Monza, 12 giugno 2016 – Il motociclismo perde un campione. All'alba di oggi si è spento a 56 anni Fabrizio Pirovano. Pilota d'altri tempi, simbolo di una passione sportiva schietta e concreta come quella Brianza che l'ha visto crescere a pane e motori. Cinque volte tricolore Superbike, due volte vice campione nel Mondiale delle derivate di serie, iridato nella Supersport con la Suzuki nel 1998, da anni stava correndo la sua gara più tosta, contro un male – il “bastardo” come lo chiamava lui - che comunque non gli aveva tolto il sorriso e la tenacia.
Nemmeno quando una manciata di mesi fa, al Ranch di Valentino Rossi con gli amici di una vita, Alessandro Gramigni e Luca Cadalora, i medici gli avevano proibito di correre: “Ma la prossima volta lo faccio. Troppo bello”. Il “Piro” era così. Innamorato delle moto e della vita. Era il re di Monza. Imbattibile. Col sole ma ancora di più sotto la pioggia. Pilota coraggioso, temuto e rispettato. Da tempo non correva più. Prima era passato dalla sella al muretto, l'anno scorso era diventato “professore” di giovani centauri. Nella Monza del “suo” Autodromo. E oggi dal Tempio della velocità e in tutto il mondo, è un fiume di ricordi. Dai colleghi agli appassionati, i pensieri sui social sono per lui. L'ultimo saluto sarà proprio in Autodromo. Nella tarda mattinata di martedì il "Piro" tornerà in pista. Per un ultimo giro. Proprio come avrebbe voluto lui.(il giorno)
Nessun commento:
Posta un commento